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Novità in casa ATIR! Nuova Direzione Artistica, nuova Presidenza

«Lasciare la direzione artistica di un gruppo col quale sei nata, cresciuta, cambiata è una faccenda che solo a dirla ti fa tremare. Ho diretto ATIR per 25 anni, mettendoci tutto l’impegno e l’amore di cui disponevo. Sono stata madre, padre, sorella e talvolta anche figlia di questo gruppo di persone, ho fatto rinunce e sacrifici per proteggerle e farle volare. In cambio ho ricevuto il bene più prezioso che un essere umano possa ricevere, il bene che non ha prezzo e mai lo avrà, che non ha confini ma solo e sempre nuove possibilità: una famiglia, grande, sodale, allargata, una famiglia colorata e vitale fatta di amicizia e non di consanguineità. Ora so che quanto abbiamo costruito insieme non si può più
rompere. Dopo venticinque anni di vita condivisa, giorno dopo giorno, la forza dei nostri rapporti è un fatto reale, palpabile, gioioso, quieto. So, dunque, che proprio adesso, adesso che siamo così solidi, il mio compito si è esaurito.
Si tratta di avere il coraggio di riconoscerlo, di riconoscersi. Posso e devo abbracciare nuove sfide, affrontare ciò che ancora non conosco, portando con me quanto ho imparato in tutti questi anni. Sedersi sulle certezze, accomodarsi nella routine, chiudersi in Casa per paura di ciò che ancora non sai, abbandonarsi alla stanchezza e rinunciare non è da me e mai lo sarà. Lascio la direzione artistica di ATIR col cuore leggero, sapendo che a dirigerla ci saranno tre persone straordinarie che hanno vissuto con me ogni singolo istante di questa storia di gruppo, tre persone alle quali mi lega un’amicizia umana e artistica lunga trent’anni. Meno a cuor leggero mi butto nella nuova direzione artistica del Carcano, lì sì mi tremano un po’ le gambe, come sempre accade quando affronti qualcosa di importante per la prima volta. Ma poi mi dico: il senso della vita sta proprio nel muovere il cambiamento e farlo al momento giusto e questo è il momento giusto.

Cosa succederà, lo scoprirò col passare del tempo. Una cosa è certa: sarò sempre socia e compagna di questo gruppo e continuerò a condividere regie, progetti, visioni e soprattutto sogni, tanti sogni. L’arte dell’umano. L’umano come fonte inesauribile di bellezza.
L’umanesimo come risposta alla barbarie. Prospettiva sociale e civile.
Lunga vita ad ATIR!»
Serena Sinigaglia

«Arianna Scommegna, Nadia Fulco e Mattia Fabris: ecco i nomi della nuova direzione artistica di ATIR. Questo inizio dovrebbe già raccontare molto: per farne una ce ne vogliono tre!
E come potrebbe essere diversamente? L’enorme mole di lavoro fatto da Serena, la capacità di ascolto e di intercettare le diverse istanze presenti in un gruppo così numeroso e variegato, di fare i conti con le sempre scarse economie, la visionarietà e al contempo il pragmatismo e infine l’indiscussa e innata leadership che hanno caratterizzato la direzione della Sinigaglia, non sono certo affare da poco.
Ci siamo a lungo interrogati: come e chi potrà assumere questo ruolo? La risposta alla quale siamo approdati ci sembra racconti bene ATIR e la sua multiforme natura: due degli attori storici della compagnia, Mattia Fabris e Arianna Scommegna e Nadia Fulco, cuore del grande progetto sociale e territoriale di ATIR.
Ci sembra giusto che la singolare natura di questo gruppo trovi adesso un suo riconoscimento formale: da un lato una compagine artistica forte e motivata e dall’altra un gruppo con una spiccata vocazione sociale, che ha saputo intervenire in maniera massiccia sul territorio, coinvolgere la cittadinanza e costruire attorno a sé una comunità inclusiva e trasversale. In fondo lo abbiamo sempre pensato e oggi è un pensiero ancora più urgente: il teatro è un mezzo per costruire occasioni e luoghi di scambio, intenso, profondo, tra le persone più diverse, fare cultura in senso ampio,  creare comunità.
Abbiamo fondato ATIR  25 anni fa. Avevamo 22 anni.
ATIR è stata ed è per tutti noi luogo di formazione, collettiva e personale. Qui siamo cresciuti, cambiati, ci siamo confrontati, abbiamo riso, pianto, litigato. Qualcuno si è perso per strada, altri, molti, nel tempo si sono aggiunti a noi. Una sola cosa non è mai cambiata: sempre tutto è avvenuto all’ombra del grande albero del dialogo, il più profondo di cui siamo stati capaci, che ha permesso a ognuno di dare il proprio insostituibile contributo senza rinunciare all’espressione personale e alla spinta di affermazione dei propri talenti e desideri.
I mesi travagliati e sospesi del lock down sono stati l’occasione per interrogarci a fondo sul nostro gruppo e sulla sua natura. Forse ci hanno preparato a questo grande passo o semplicemente ci hanno fatto sentire di essere pronti e così, quando si è prospettata all’orizzonte la possibilità per Serena di affrontare la sfida della direzione artistica del Carcano, abbiamo sentito, con lei,  che fosse la cosa giusta.
Serena resta a tutti gli effetti socia ATIR e in assemblea darà il suo imprescindibile contributo alle riunioni, mentre compito della nuova direzione artistica sarà prima di tutto quello di mettersi in ascolto: delle molteplici voci interne e dei bisogni del territorio e del mondo in cui siamo immersi. Quali progetti, quali spettacoli, eventi, azioni, quali reti e collaborazioni sono necessarie? In che modo rivolgersi al pubblico dopo l’over dose di video call e riunioni in differita alle quali tutti siamo stati sottoposti?
Siamo fortunati, perché Serena ci lascia un’eredità generosa e solida, una grande responsabilità certo, ma anche una enorme ricchezza. Non possiamo dunque iniziare questa emozionante avventura se non con un ringraziamento: cara, carissima Serena, grazie per quanto hai fatto fin qui con noi e per noi. Probabilmente questo passaggio di testimone è ancora una volta un gesto di direzione artistica, in linea con il percorso che insieme abbiamo fatto e che continueremo a fare: rinnovarsi, cambiare, aprirsi sono sintomo di vitalità e maturità, sono l’unica ricetta per la sopravvivenza e la durata, nella quale così tanto crediamo e per la quale sempre ci batteremo.»
Arianna Scommegna, Mattia Fabris e Nadia Fulco

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